L’atto di approvazione delle tabelle millesimali, al pari di quello di revisione delle stesse, non ha natura negoziale, con la conseguenza che non deve essere approvato con il consenso unanime dei condomini, essendo a tal fine sufficiente la maggioranza qualificata di cui all’art. 1136, secondo comma, c.c. Infatti, la deliberazione che approva le tabelle millesimali non si pone come fonte diretta dell’obbligo contributivo del condomino, fonte che è costituita dalla legge stessa, ma solo come parametro di quantificazione dell’obbligo, determinato in base ad un valutazione tecnica (Cassazione civile sez. II, 26/02/2014, n.4569).
Va anche aggiunto che, ove ancora manchino delle tabelle millesimali regolarmente approvate, la deliberazione con cui l’assemblea adotti un criterio provvisorio di ripartizione delle spese tra i condomini, nell’esercizio delle attribuzioni di cui all’art. 1135, nn. 2) e 3), cod. civ., non è nulla, ma solo annullabile, non incidendo comunque sui criteri generali dettati dall’art. 1123 cod. civ., con la conseguenza che la relativa impugnazione va proposta nel termine di decadenza di trenta giorni previsto dall’art. 1137 cod. civ. (Cassazione civile sez. II, 23/01/2014, n.1439).
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