Ieri ho firmato il mio primo verbale da mediatore.
Negativo, come facilmente prevedibile.
La parte convenuta è rimasta assente.
La sensazione che non ci fosse voglia di addivenire ad una transazione mi era parsa evidente fin dall’analisi del fascicolo d’ufficio, ove avevo rinvenuto il deposito, da parte dell’istante, solo di una lettera di costituzione in mora. Eppure si richiedeva risarcimento di cospicui danni rilevati al momento del rilascio dell’immobile da parte del conduttore, oltre cinquantamila euro. Vero è che la parte può decidere, in mediazione, di esibire quel che le pare, ma mi sarei almeno aspettato una perizia di parte e un verbale di riconsegna dell’immobile.
Tant’è, all’ora fissata si è presentata la parte istante (amministratore accompagnato dall’avvocato), ma del convenuto nemmeno l’ombra. Abbiamo atteso un po’ e poi redatto verbale negativo. Costo dell’operazione, 100,50 euro. Quaranta per la domanda e 60,50 per il verbale negativo.
E allora qualche libera considerazione.
Vero è che la legge riconosce benefici fiscali alle parti che mediano, ma nella fattispecie concreta aderire alla mediazione avrebbe significato per ciascuna parte sborsare mille euro.
E allora, basterà riflettere che, laddove i contendenti vogliano effettivamente transigere, sarà sufficiente che, dopo che una abbia proposto domanda di mediazione, l’altra, anche tramite il proprio legale, la contatti, raggiungendo l’accordo fuori dalla camera di conciliazione. In tal modo, si eviteranno le spese della mediazione (nel caso mio, come detto, non poche).
Questa prassi (“vediamoci fuori dall’organismo di conciliazione, transigiamo e questione chiusa”), ormai già molto comune, mi è stata confermata da alcuni colleghi avvocati e fa sorgere la classica spontanea domanda: a chi conviene la mediazione?
Non conviene alle parti che vogliono già transigere, costituendo al più essere il fatto di aver ricevuto un invito davanti ad una camera di conciliazione uno stimolo a transigere, ma che troveranno più conveniente farlo fuori dall’ufficio di mediazione, evitandone le spese.
Non conviene al richiedente (in caso di mancata adesione del convenuto), imponendogli un inutile esborso per avere un verbale negativo che costituisce – ahilui – la chiave d’accesso al sistema Giustizia.
Non conviene al mediatore, che per compilare il suo verbalino negativo prestampato, percepirà un compenso irrisorio (nel mio caso, 25 euro, che ho “dilapidato” tra parcheggio, benzina e caffè ai colleghi).
Forse conviene all’ufficio di mediazione, quando riesce ad accaparrarsi parecchie domande. Perchè se l’ufficio è poverello, col compenso previsto per i verbali negativi (che saranno la stragrande maggioranza) riuscirà a mala pena a coprire i costi fissi (segreteria, cancelleria, affitto e altre spese)…
Cui prodest? E soprattutto, durerà?
Info sull'autore